Carlino Roldo – Sio Gidio
Un libro di vita
Ne sto scrivendo in una giornata emblematica per la storia nazionale, anche se l’articolo comparirà qualche giorno più tardi, ovvero il 25 aprile, il Giorno della Liberazione d’Italia da parte delle Forze Alleate.
L’argomento del libro riguarda il lungo, lunghissimo periodo prima di arrivare a quel giorno di aprile del 1945. È una storia nella Storia: una famiglia e i suoi nuclei, fatti di famigliari acquisiti, amici, vicini di casa, parenti, conoscenti, che vivono gli anni tra le due grandi guerre mondiali. Vivono, sopravvivono e… tanto, tantissimo altro, come vedremo.
SINOSSI
Carlino Roldo ha riportato in questo libro insieme ai suoi ricordi di bambino, i racconti che gli hanno narrato molte persone vissute durante le due guerre mondiali del secolo scorso. Uno spaccato della vita vissuta fra la città, la campagna e il fronte. Donne e uomini, genitori, nonni e bisnonni che hanno lottato con la fame e la paura delle armi, e con la speranza e la semplicità nel cuore.
Carlino Roldo
Sio Gidio
Pagine: 326
Genere: Narrativa italiana moderna e contemporanea
Il mio dialogo con il libro
L’ho chiamato “libro di vita”, quando l’ho chiuso dopo la lettura. Non solo perché racconta la vita reale di un gruppo di persone legate da vincoli familiari in un momento tragico come la guerra, ma anche perché ha il respiro, il ritmo e le caratteristiche della vita. Leggendo questo libro, s’impara sul serio a vivere. Senza tanti fronzoli, senza alcun lato speculativo-filosofico, tutt’altro: concretezza, pragmaticità e profondità sono le parole chiave che lo definiscono.
Sono soprattutto contadini, quelli che parlano, riuniti in una grande celebrazione in un giorno lontano dalla guerra, e i loro discendenti e parenti, tra cui la famiglia di Mariapaola Perucca, la titolare di Spunto Edizioni. Spicca Sio Gidio, zio Egidio, che porta il nome del libro, un uomo unico nel suo genere, che riesce a parlare di guerra senza odio e senza definire chi sta dall’altra parte come il “nemico”. Raccontano in prima persona, o ricordano il racconto, e si passano la parola l’un l’altro, come in un grande coro. Tutte le voci sono in armonia tra di loro, anche se provengono da persone diverse, per età e genere.
La trama è la più complicata e la più semplice che esista: vivere. Vivere in famiglia, vivere in tempo di guerra, vivere in difficoltà e vivere in agiatezza. Sentire emozioni contrastanti, esserne vittime o reagire con determinazione, lasciarsi abbattere dagli eventi, trasformarli a proprio vantaggio, soccombere, salvarsi, vincere, perdere, sopravvivere, morire… in questo libro c’è veramente tutto. Tutto quello che un essere umano può incontrare e sperimentare, dall’odio all’amore, e tutte le sfumature in mezzo.
Scrittori di ogni epoca e paese ne hanno scritto; sono innumerevoli le pagine che parlano, e se dovessimo raccogliere tutti i libri in un punto solo, quante tonnellate peserebbe quel bottino?
Qui, in questo libro di 326 pagine o poco più, troviamo un riassunto molto preciso, con poche parole, di quello che vuol dire respirare e camminare su questa terra. Questo è il pensiero che mi ha colpito prima di tutto, quando raccoglievo le idee sul libro. E penso che questo ne sia l’esempio più chiaro. Ho usato innumerevoli post-it per tenere a mente le pagine dove una frase, o un paragrafo, riusciva a sintetizzare un concetto lungo, un’intera situazione che avrebbe richiesto parole, parole, parole.
Qui nessuna parola è di troppo. Nessuna metafora manca il bersaglio, tutte si fanno comprendere all’istante. Io consiglio la lettura, e periodicamente una consultazione di quelle frasi che spiccano nel tessuto del libro, soprattutto se ci si trova in dubbio, se il morale è terra, o si è rimasti colpiti negativamente da qualcosa o da qualcuno. La vita è questo, dice il libro. Niente di più, niente di meno. Ora che lo sai, vuoi ancora stare giù per molto?
L’autore
“Felicemente come ha vissuto, è morto Carlino Roldo…”, così ha voluto che si scrivesse nel suo necrologio.
Nato a Trevenzuolo (Verona) l’8 settembre 1936 e morto a Rosta il 1° novembre 2018.
Ha vissuto a Torino e Rosta, ed è sfollato a Riva di Pinerolo durante la guerra.
Ha lavorato come operaio collaudatore all’Aeronautica e come impiegato tecnico alla FATA.
Generoso, preciso, intransigente, tenero e affettuoso, per lui non esistevano le mezze misure, o gli volevi bene o no.
Considerava la musica e la poesia le più belle forme d’arte.
I suoi interessi: religione, filosofia, politica.
Lavorare il ferro e il legno erano i suoi hobby, fare gite in montagna, cucinare pizze e crostate, e invitare parenti e amici alla sua tavola, le sue piccole gioie.
“Nonno uovo è il nonno di tutti”, diceva il piccolo Luca.
“Una persona speciale”, lo hanno definito in tanti.
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