Sono in pieno revisionismo di certi titoli. Ho letto questo libro e pubblicato la recensione nel 2014, a seguito di un gruppo di lettura digitale. L’anno scorso, grazie ad Amazon Prime, mi sono immersa nella serie in due stagioni Good Omens, con Michael Sheen e David Tennant.
Come avviene sempre, è stato abbastanza disagevole confrontarsi con la traduzione visiva del testo fatta da qualcun altro, che ha scelto altri visi per Aziraphael e Crowley, e ha dato loro uno sfondo reale, concreto, ricco di colori, edifici, persone, luci. Io amo entrambi gli attori; David Tennant è un bellissimo Crowley, dinoccolato, quasi strafottente, al passo con i tempi e le mode, sempre curato nell’aspetto e amante delle cose belle. Michael Sheen mi ha un po’ sorpreso, perché l’avevo visto da poco nella parte dello psicologo psicopatico Martin Whitly in The Prodigal Son, in cui non aveva assolutamente nulla di angelico, nemmeno per sbaglio. Qui in Good Omens è biondo, ricciolino, forse un po’ paffutello, dall’aria gentile e bonaria, un po’ impacciato. L’esatto contrario di Crowley, mondano, spregiudicato. Del resto, hanno origini opposte e il loro aspetto lo rivela subito.
Quello che la serie rivela anche più chiaramente del libro, è la loro amicizia. Del tutto contronatura, poiché un angelo e un diavolo devono combattersi ad ogni piè sospinto, ma loro sono in missione, osservano, influenzano (non dovrebbero, ma vogliamo dirlo a Crowley?) e non devono intralciarsi più di tanto.
Qui sotto, ricordiamo di che cosa si tratta.
Sinossi
Sulla base delle Profezie di Agnes Nutter, Strega (messe per iscritto nel 1655 prima che Agnes facesse saltare in aria tutto il villaggio riunito per godersi il suo rogo), il mondo finirà di sabato. Sabato prossimo, per essere proprio precisi. È per questo motivo che le temibili armate del Bene e del Male si stanno ammassando, che i Quattro Motociclisti dell’Apocalisse stanno scaldando i loro poderosissimi motori e sono pronti a lanciarsi per strada, e che gli ultimi due scopritori di streghe si preparano a combattere la battaglia finale, armati di istruzioni clamorosamente antiquate e di innocue spillette. Atlantide sta emergendo, piovono rane dal cielo. Gli animi si surriscaldano… Bene bene. Tutto sembra proprio andare secondo il Piano Divino. Non fosse che un angelo un filo pignolo (ma giusto un filo, per carità) e un demone che apprezza la bella vita – ciascuno dei quali ha passato tra i mortali sulla Terra parecchi millenni e si è, come dire?, affezionato a usi e costumi umani – non fanno esattamente salti di gioia davanti alla prospettiva dell’incombente catastrofe cosmica. E allora, se quei due (Crowley e Azraphel) vogliono che quanto profetizzato non si compia, devono mettersi al lavoro subito per scovare e uccidere l’Anticristo (mica una bella cosa, visto che è un ragazzino simpaticissimo). Ma c’è un piccolo problema: sembra proprio che qualcuno lo abbia scambiato con qualcun altro…
Neil Gaiman – Terry Pratchett
Buona Apocalisse a Tutti!
Pag. 392
Ho amato profondamente in tutte le parole, le virgole, i cambi di personaggi (qualche volta un po’ frenetici), le battute fulminanti, nell’argomento stesso. L’unica cosa che non mi piace è il titolo italiano, Buona Apocalisse a tutti!, che considero davvero offensiva, come traduzione. Mi trasmette un’impressione di faciloneria, e di affrettato, che non si addice al contenuto, molto ricco e stimolante. Quello inglese, Good Omens, riflette piuttosto bene una caratteristica importante, il filo rosso del racconto: l’ironia. Concentrandoci sulla trama, scopriamo che sulla base delle profezie esatte e veritiere di una strega vissuta nel XVII secolo, Agnes Nutter, al mondo resta solamente una settimana. Di sabato, un sabato prossimo non identificato, tutto finirà: le schiere celesti e quelle infernali scenderanno in campo, si affronteranno e del nostro mondo non rimarrà nemmeno una briciola. Lo ha previsto una strega, lo afferma perentorio un intero libro biblico, quello dell’Apocalisse: non c’è modo di sfuggire. Tuttavia.
Allora, tutto deciso? Chiudiamo tutto?
Pare che non sia detta l’ultima parola.
Entrambi gli scritti non hanno considerato due variabili impazzite: un angelo e un demonio da lungo tempo trasferiti e confusi (per quanto ci riescano) tra gli esseri umani, uniti da un rapporto alquanto stravagante di collaborazione, che potremmo anche azzardarci a definire amicizia. A voce bassa, naturalmente. Azraphael e Crowley non riescono a sentire il dovuto entusiasmo per l’attuarsi dell’Ultimo Scontro, e la conseguente scomparsa degli esseri umani e della vita che entrambi hanno finito per apprezzare. Ma fin dalla lontana vicenda della mela, Azraphael e Crowley (quando ancora si chiamava Crawly) nutrivano dubbi e opinioni molto personali:
“Dicevo, questo è stato proprio un bel fiasco” rispose il serpente. “Oh. Sì” disse l’angelo, che si chiamava Azraphael.
“A essere sinceri, secondo me è stata una reazione un po’ esagerata” disse il serpente. “Cioè, non avevano precedenti o cose del genere. E comunque non capisco cosa ci sia di sbagliato nel conoscere la differenza tra il bene e il male.”
“Dev’essere per forza sbagliato” ribatté Azraphael, con il tono un po’ turbato di chi è altrettanto incapace di capire, e se ne preoccupa, “in caso contrario non avrebbero coinvolto proprio te.”
“A me hanno detto solo: ‘Sali e combina qualche casino’” […] “Sì, ma tu sei un demone. Non sono sicuro che tu sia in grado di fare del bene” disse Azraphael. “È la tua…come dire…natura. Niente di personale, sia chiaro.”
“Però devi ammettere che ha l’aria di una farsa” affermò Crawly. “Voglio dire, indicare l’Albero e scriverci sopra NON TOCCARE a caratteri cubitali: non è molto scaltro, no? Insomma, perché non piazzarlo sulla cima di una montagna altissima o in un posto fuori mano? Viene da chiedersi quale sia il Suo vero piano.”
“Guarda, è meglio non fare troppe ipotesi” disse Azraphael. “Quello che ripeto sempre è che non si può giudicare l’ineffabile con il senno di poi. C’è ciò che è Giusto, e ciò che è Sbagliato. Se fai qualcosa di Sbagliato quando ti si chiede di fare ciò che è Giusto, meriti una punizione. Voglio dire.”
[…] Si rivolse a Crawly con una smorfia preoccupata.
“È stata la scelta migliore, vero?”
“Non sono sicuro che tu sia capace di compiere il male” replicò Crawly. Azraphael non si accorse del sarcasmo.
“Oh, vorrei ben vedere” disse. “Davvero. È tutto il pomeriggio che ci penso.”
[…] “La cosa strana” disse Crawly “è che anch’io continuo a chiedermi se la faccenda della mela non fosse la scelta giusta. Un diavolo rischia di cacciarsi nei pasticci, se fa la cosa giusta.” Si rivolse ammiccante all’angelo. “Sarebbe curioso se entrambi avessimo sbagliato, eh? Se io avessi fatto la cosa giusta e tu quella sbagliata, eh?”
“Non credo” disse Azraphael.
Crawly guardò la pioggia.
“No”, disse più serio. “In effetti no.”
(Terry Pratchett – Neil Gaiman, Buona Apocalisse a tutti!, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori, pagg. 11-13)
Ho inserito un pezzo piuttosto lungo, ma questo dialogo rappresenta bene sia il rapporto tra i due, sia la leggera atmosfera grottesca e tanto divertente che caratterizza l’intero libro. Affinché l’Ultimo Scontro abbia inizio, è necessaria la presenza di un personaggio, colui che darà il via alla battaglia nel momento opportuno: l’Anti-Cristo. Viene mandato sulla terra come neonato, diretto ad una famiglia particolare, nella località inglese di Tadfield, ma…qualcosa sembra andare storto. Il Piano così ben congegnato subisce già una svolta imprevista dalle prime battute. È solo l’inizio di una serie di equivoci, malintesi, incomprensioni che si srotolano in uno stile ironico molto britannico: apparentemente compassato e neutro, ma grondante sarcasmo e punzecchiatura in non pochi casi.
Fin dall’inizio, mi sono venuti in mente i Monty Python, per il modo in cui gli autori mettono alla berlina certi atteggiamenti dei loro compatrioti; ad esempio, far finta di nulla di fronte a eventi eccezionali, anche spaventosi, come un demone tranquillamente seduto in una macchina in fiamme, o due persone su uno scooter sospeso in aria che si fermano a chiedere indicazioni. Se amate quel senso dell’umorismo dell’assurdo, allora questo libro fa per voi; se vi innervosisce un frequente ricorso all’ironia e al paradosso, dimenticatevi di questa Apocalisse. Termino con un’altra citazione, un altro assaggio leggero dello stile stravagante di questo libro:
“CROWLEY…NOI VINCEREMO QUESTA GUERRA. MA ANCHE SE DOVESSIMO PERDERLA NON FARA’ DIFFERENZA. PERCHE’ FINCHE’ CI SARANNO DEMONI ALL’INFERNO, CROWLEY, TU TI AUGURERAI DI ESSERE NATO MORTALE.
Crowley restò in silenzio.
I MORTALI POSSONO SPERARE NELLA MORTE O NELLA REDENZIONE, TU INVECE NON HAI SPERANZE.
PUOI GIUSTO AUGURARTI CHE L’INFERNO TI PERDONI.
“Davvero?”
E DAI, ERA UNA BATTUTA.”
(Terry Pratchett – Neil Gaiman, Buona Apocalisse a tutti!, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori, pag. 270)
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