Maria Stuarda

 

Eh, sì, proprio quell’Alexandre Dumas. (Padre) L’autore de Il conte di Montecristo, I tre moschettieri e la loro trilogia.

SINOSSI

Venti anni. Tanto durò la prigionia della regina più famosa della Scozia: Maria Stuarda. Vittima di complotti e raggiri, figlia di quella casata sulla quale la cattiva sorte si accanì oltremodo e di cui lei ne rappresentò l’apice. Amata e odiata, dalla vita sentimentale turbolenta ma infelice, Mary Stuart, regina di Scozia, di Francia e, per i legittimisti, di Inghilterra, fu una pedina importante sullo scacchiere della politica francese e inglese del XVI secolo, nonché delle guerre di religione. Ma soprattutto fu il tormento di Elisabetta I che ne fece oggetto di attacchi e false promesse, e di un martirio senza precedenti. Di Maria Stuarda, Alexandre Dumas celebra la donna che fu e la regina che non le lasciarono essere, conducendo il lettore in quello che a tutto tondo è stato un vero e proprio “crimine celebre”. Tra congiure e progetti di fuga, accuse e ricusazioni, menzogne e verità, prigionia e processi, Dumas padre, con la sapienza dello storico e la penna del romanziere, costruisce un romanzo ricco di avventura, Storia, passioni e tradimenti a disvelare, con ritmo incalzante, la tormentata vita e la tragica esecuzione della regina cattolica Mary Stuart.

Alexandre Dumas

Maria Stuarda – Delitti celebri

Traduzione di: Viviana Carpifave

Pagine: 304

Genere: romanzo storico

Collana: VociRiscoperte

Scrittura e Scritture

Il mio dialogo con il libro

Voci riscoperte è il nome della collana che infila questa perla di libro, e ha veramente tutte le ragioni di essere così. Penso che la voce di Alexandre Dumas sia parecchio conosciuta anche presso di noi, dalla nostra giovinezza di lettori in erba, grazie al tenebroso conte di Montecristo in cerca di vendetta, e ai tre moschettieri, soprattutto il guascone D’Artagnan. Quanti film o serie televisive ne hanno tratto? E quanti attori si sono avvicendati nel corso degli anni, incarnando questi personaggi che ormai fanno davvero parte della nostra storia?

Maria Stuarda aggiunge un contributo tutto suo e inaspettato a questa schiera. Conosciamo bene la storia della tragica regina di Scozia, invischiata in un destino di prigionia per gran parte della sua vita adulta, finita poi sotto la scure del boia. Di per sé, per le mille peripezie attraversate, la vita di Maria Stuarda è già un romanzo. Dumas riesce a trasporlo in queste pagine in modo originale, leggero e interessante, da storico attento e documentato qual è. Per tutto il libro avevo l’impressione di sentirlo raccontare come se fosse un moderno Alessandro Barbero, e nello stesso tempo riuscivo anche a percepire la voce della regina, sorprendentemente viva, vivace ed espressiva. Nella sua narrazione, l’autore parte dal momento in cui la regina ha perso il marito Francesco II di Francia, cui era legatissima, e non avendo più nulla che la possa legare al territorio francese, viene rimandata in patria. Molto riluttante, perché quel periodo della vita di Maria si può ricordare come l’unico davvero felice e ricco di bellezza. Ricorda un aneddoto che evoca una sensazione di disagio, non solo nella regina, ma anche nel lettore. Mentre la nave di Maria sta per lasciare il porto francese, arriva un altro battello. Forse per una manovra inesperta del timoniere, la seconda nave scarta bruscamente e finisce contro gli scogli, affondando velocemente davanti agli occhi della giovane reale scozzese, che riconosce in quella tragedia un presagio funesto.

Purtroppo avrà ragione.

Nel momento in cui tocca il suolo scozzese, si ritrova invischiata in una tela di ragno fatta di complotti, di piccole e grandi guerre intestine scatenate dalle famiglie più importanti del paese, che mal sopportano il ritorno di una sovrana di fede cattolica e che non ritengono all’altezza del compito di governare. Forse non era dotata di grandissimo acume politico, e alcune scelte personali non sono state molto brillanti, ma la Maria Stuarda che emerge in questo ritratto è una donna forte, dall’animo resistente e fedele a sé stessa, a quello in cui crede. E non è solo la fede in Dio e nel rito cattolico in cui è stata cresciuta, ma è anche la fede nel suo lignaggio, nella sua ascendenza. È quella fede-fiducia che la sostiene fino alla fine, quando pronuncia un discorso che personalmente mi ha fatto riflettere parecchio sulle vite umane e su quanto le illusioni ci rendano ciechi di fronte a quello che accade davvero.

“Sono nata regina, principessa sovrana non soggetta a leggi, parente stretta e legittima erede della regina d’Inghilterra. Per molto tempo sono stata prigioniera in questo paese, ho sopportato molte pene e molti dolori che nessuno aveva il diritto di infliggermi e ora, a coronamento di ciò, sto per perdere la vita.”

Ancora pochi momenti dopo questo discorso, e Maria Stuarda prenderà commiato dal suo seguito, da quelle dame che le sono rimaste caparbiamente vicino e fino all’ultimo l’hanno servita con affetto e fedeltà, e salirà al patibolo. Per quanto non sia riuscita a scorgere prima il pungiglione dello scorpione dietro i sorrisi di molte delle persone che l’hanno circondata, e abbia scelto di fidarsi a torto della sua terribile cugina, Elisabetta I, Maria Stuarda non si fa illusioni sul motivo per cui si trova davanti al boia.

Lei deve morire, affinché l’altra, la figlia della Strega, la buona regina Bess come sarà ricordata negli anni successivi, possa vivere senza guardarsi continuamente le spalle. La sua nascita di principessa libera e non soggetta a leggi non l’ha salvata dalla condanna, tutt’altro: le ha gettato addosso una vita da prigioniera di lusso e poi gliel’ha sottratta, come se avesse commesso un crimine. Ci si aspetterebbe un’ingiustizia simile (e non a caso Dumas sceglie questo titolo di Delitti celebri) ai danni di qualcuno nato nei ceti sociali più bassi, quelli che non avevano diritti e che si vedevano infliggere tormenti e vessazioni. Eppure, nemmeno una principessa di sangue reale di spicco si salva dalla spietatezza di una delle più terribili leggi che regolano la vita umana, mors tua vita mea.

Ho ringraziato Dumas per avermi mostrato questo aspetto brutale della vicenda di Maria Stuarda: se non fosse stato per la sua narrazione avvincente e sempre stimolante, avrei considerato il libro solo come una biografia accurata, perdendomi così l’intera ricchezza di riflessioni che ne sono nate.

 

L’autore

Alexandre Dumas (1802 – 1870) è stato uno scrittore e drammaturgo francese.
Maestro del romanzo storico e del teatro romantico, ebbe un figlio omonimo, anch’egli scrittore.
Le sue ceneri furono trasferite al Panthéon di Parigi il 30 novembre 2002.
È famoso soprattutto per i romanzi Il conte di Montecristo e la trilogia dei moschettieri formata da: I tre moschettieriVent’anni dopo e Il visconte di Bragelonne.
Dai suoi capolavori sono stati tratti numerosi adattamenti cinematografici e televisivi.

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