Questo libro arriva dall’ultimo Salone del Libro, il #salto19. Ho conosciuto lì il suo autore, e ho poi avuto occasione di presentarlo presso la Libreria Belgravia di Torino, un mese dopo. Ogni lettura ha in sé qualcosa di nuovo, una scoperta da fare e che non si pensava si sarebbe mai mostrata nel nostro mondo. Uno dei motivi per cui continuiamo a leggere e ad accumulare libri, è che sappiamo sempre che ogni libro sarà una scoperta piccola o grande. Sarà una carezza che andrà a sfiorare proprio quella corda che non sapevamo di avere. E’ stato così anche per questo libro, che è ambientato per gran parte in Iran. Per me, questo paese e la sua cultura rappresentano un enigma, da cui mi sono sempre tenuta un po’ lontana, timorosa, come se ci fosse qualche pericolo. Ora, se ci ripenso, credo che questo pregiudizio molto giovanile si sia formato grazie al temibile ayatollah Khomeini: ogni volta che compariva in televisione (e io ero bambina, negli anni ’70), mi sentivo intimorita e ansiosa. E finivo per estendere il mio timore all’intero paese, che non ho mai considerato di visitare, o di conoscere anche solo da lontano, con i libri, o le fotografie di viaggio.
Ci è voluta questa storia, a cavallo del tempo e dello spazio, tra Torino e Teheran, tra anni ’70 e 2000, per dissipare molte nuvole inutili e ritrovare curiosità.
La sinossi
Un viaggio dell’anima verso la verità, un viaggio insieme a un amico speciale, con i magici luoghi dell’Iran sullo sfondo. Oreste e Mahmoud sono vecchi compagni di università e grandi amici. Non si vedono più da molti anni, ma Oreste, che ha perso la memoria, è fragile, insicuro, decide finalmente di andare a trovarlo nella sua terra, in Iran. Vuole trascorrere del tempo con l’amico ed esplorare il suo affascinane Paese, ma anche recuperare una parte dei propri ricordi, svaniti in seguito a un grave incidente. Questo viaggio non sarà certo una semplice vacanza spensierata. Perché Mahmoud ha una promessa da mantenere e riguarda proprio Oreste. Perché dietro questa promessa c’è un disegno segreto. Perché Oreste forse non è così fragile e insicuro come sembra. Perché dal passato talvolta possono riaffiorare eventi dolorosi. Perché la verità è sempre scomposta in tanti frammenti. Alla fine solo uno dei protagonisti saprà come mettere insieme tutti i pezzi, ma per farlo dovrà tornare a una Torino lontana nel tempo, quella degli “anni di piombo”. E soprattutto dovrà fare pace con se stesso.
Il mio dialogo con il libro
Questo libro è un incrocio di viaggi. Nel tempo, nello spazio, nel cuore umano, sfiorando anche un pezzo di carattere socio-politico-economico di due paesi così diversi tra di loro, come Italia (e Torino in particolare) e Iran. Partiamo che siamo nel 2014, e conosciamo subito Oreste e un pezzo della sua storia. E’ un affermato professionista, con una famiglia amorevole, e un’amicizia solida e ventennale con l’iraniano Mahmoud, che mantiene e sviluppa soprattutto in via epistolare, quando quest’ultimo fa ritorno nel suo paese dopo gli studi. Qualcosa si spezza, però, in questa vita ricca di affetto e affermazione, e Oreste ne esce a stento, perdendo una parte importante di sé. L’amore senza tentennamenti di sua moglie Elena e l’affetto inalterato di Mahmoud e della sua famiglia lo sostengono con forza. E soprattutto lo proteggono.
Lo proteggono da una rivelazione che sarebbe forse impossibile da sopportare, perché la sua perdita è stata superiore a quanto ritiene. Oreste esce vivo da un incidente, ma la sua memoria è svanita, danneggiata… non per sempre e non completamente, ma qualcosa è andato via. Sarà Mahmoud e la magia dell’Iran ad aiutarlo a ricomporre tutti i pezzi, compresi quelli più dolorosi, che Oreste ignora o che la sua mente pietosa ha voluto nascondergli.
Alcune parti rimaste nell’ombra provocate dall’incidente, riguardano il passato studentesco di entrambi gli uomini, che si ritrovarono compagni di studi al Politecnico negli anni ’70, che si sarebbero poi rivelati difficili da vivere sia per l’Italia, sia per l’Iran. Poco per volta, complice l’atmosfera dei luoghi in cui si trova, così lontani da quello che gli è familiare, nella sua memoria riaffiorano alcuni nomi e visi che sembravano ormai persi per sempre. Masumeh, per esempio. Una ragazza bella, giovane e molto coraggiosa. Che rapporto ebbe con Oreste? E cosa le successe, una volta ritornata anche lei nel suo paese? Insieme ad uno sbalordito e un po’ titubante Oreste, lo seguiamo nel recupero di quel passato così importante e lontano, guardato a vista e accudito dal protettivo Mahmoud.
Ecco, il puzzle è finito. Le ultime tessere, quelle più preziose, sono state inserite al loro posto. A Oreste rimane la dolcezza, la nostalgia e un po’ di tristezza per i ricordi recuperati, e forse qualche sospetto seppellito in fondo al cuore che si è ritrovato confermato. A questo, può unire una consapevolezza che non si può dare per scontata: quella di essere amato e di aver saputo costruire intorno a sé una famiglia di rapporti e relazioni che vanno oltre i confini geografici, le barriere linguistiche, le differenze di religione e di tradizioni.
Alla fine di questo viaggio epico e molteplice, in cui abbiamo conosciuto le sfumature dolci e crudeli del cuore umano, abbiamo apprezzato le luci, i sapori, i profumi e le bellezze di una terra lontana, abbiamo ascoltato una narrazione vivace e dallo stile ricco, con richiami anche colti, ci sediamo confortati. Non siamo stanchi, ma abbiamo la consapevolezza che tutto si è costruito come doveva essere, e che persino i momenti bui e angoscianti hanno avuto la loro ragione di essere e hanno contribuito al quadro finale.
L’autore
Ernesto Chiabotto
Ernesto Chiabotto è nato nel 1958 e vive a Torino, città di cui è perdutamente innamorato e che fa da sfondo alle storie che inventa. Studi scientifici e laurea in farmacia, ha svolto vari lavori, non limitandosi a farmaci e pozioni. Scrive da quando era al liceo. Ha pubblicato nel 2010 Collezione (quasi) privata, una raccolta di racconti, alcuni dei quali sono stati premiati in vari concorsi, quali Delitto di autore, Premio Città di Torino e Parole per scrivere. Nel 2014 ha pubblicato Il Custode (Neos Edizioni), romanzo con il quale ottiene il 2° premio per la prosa edita al premio Città di Torino 2015 e una Menzione d’onore della giuria 2015 al concorso Baia dell’arte di Portovenere. Ha partecipato con vari racconti alle antologie Natale a Torino nel 2016, 2017 e 2018 e prossimamente 2019 per la casa editrice Neos Edizioni. Il viaggio delle verità svelate (Neos Edizioni) è il suo secondo romanzo.
Qui di seguito, una breve presentazione video che Ernesto Chiabotto ha fatto de Il viaggio delle verità svelate, in occasione del nostro incontro al Salone del Libro di quest’anno, di cui parlavo all’inizio. 🙂
(Grazie a Luca Gobbi di Radio Beat Music per la ripresa!)
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