Nel giro di pochi mesi, la Sardegna si è presentata con due storie forti e dai risvolti quasi soprannaturali. In parte magici, in parte divini e… anche oscuri. Con certe forze, che superano di molto la potenza che questa realtà è disposta ad accettare, non si scherza.
Questo è il secondo libro di Piergiorgio Pulixi che leggo. L’anno scorso era toccato a Lo stupore della notte, che mi aveva colpito parecchio, nella trama spaventosa che tratteggiava, e nel personaggio principale, Rosaria Lopez, poliziotta esperta e potentissima, con un certo grado di spietatezza molto… affascinante.
Con L’isola delle anime, ritorna questa spietatezza. Ritornano anche le donne investigatrici, questa volta due, Eva Croce e Mara Rais, e anche le vittime, sempre donne. Soprattutto una, Dolores Murgia, che sarà un perno imprescindibile. E poi, loro. Loro non se ne sono mai andati… sas animas malas. Gli spiriti malvagi.
La sinossi
Li chiamano cold case. Sono le inchieste senza soluzione, il veleno che corrompe il cuore e offusca la mente dei migliori detective. Quando vengono confinate alla sezione Delitti insoluti della questura di Cagliari, le ispettrici Mara Rais ed Eva Croce ancora non lo sanno quanto può essere crudele un’ossessione. In compenso hanno imparato quant’è dura la vita. Mara non dimentica l’ingiustizia subita, che le è costata il trasferimento punitivo. Eva, invece, vuole solo dimenticare la tragedia che l’ha spinta a lasciare Milano e a imbarcarsi per la Sardegna con un biglietto di sola andata. Separate dal muro della reciproca diffidenza, le sbirre formano una miscela esplosiva, in cui l’irruenza e il ruvido istinto di Rais cozzano con l’acume e il dolente riserbo di Croce. Relegate in archivio, le due finiscono in bilico sul filo del tempo, sospese tra un presente claustrofobico e i crimini di un passato lontano. Così iniziano a indagare sui misteriosi omicidi di giovani donne, commessi parecchi anni prima in alcuni antichi siti nuragici dell’isola. Ma la pista fredda diventa all’improvviso rovente. Il killer è tornato a colpire. Eva e Mara dovranno misurarsi con i rituali di una remota, selvaggia religione e ingaggiare un duello mortale con i propri demoni.
Il mio dialogo con il libro
Prima di leggere il libro, sono andata alla presentazione con il suo autore, mercoledì 17 luglio 2019, che faceva parte della rassegna La notte dei lettori viventi, organizzata da Babelica. E’ stato un piacere ascoltare Piergiorgio Pulixi raccontare del libro e ora, dopo averlo letto, mi rendo conto dell’enorme sforzo di equilibrio tra il narrare ed evitare gli spoiler… quasi impossibili, praticamente dalle prime pagine. Ma Piergiorgio Pulixi è un autore in gamba, molto preparato e un ottimo relatore. Lo si potrebbe ascoltare per ore senza stancarsi.
Perciò, avevo un’idea in mente, qualche aspettativa, e molta curiosità perché nella conversazione è emerso più volte l’aspetto tradizionale e culturale della Sardegna, di corso millenario e misterioso. E anche una certa inquietudine, dato l’accenno ad un risveglio di animas malas…
Tutto questo è andato in frantumi dalle prime pagine, e alla fine del libro, che ho dovuto chiudere davvero a malincuore, non ne restava che polvere. Quello che ho letto andava molto, molto oltre tutti i pensieri e le aspettative.
Da dove iniziare?
Dal fatto che questo non è un libro solo. Probabilmente ve ne portate a casa due o tre nella stessa copertina, con lo stesso prezzo e la stessa impaginazione. Quante storie ci sono, davvero?
La storia della nascita della nuova sezione cold case (Delitti insoluti, sottolinea precisa Mara Rais) presso la questura di Cagliari, dove facciamo subito conoscenza con due protagonisti importanti di questa e delle altre storie: Mara Rais e il suo supervisore, Giacomo Farci. Eccola, l’ispettrice che non sa ancora che presto farà coppia con la milanese Eva Croce, che sta per arrivare da qui a poco. Bella donna, curatissima di aspetto, carattere terrificante, linguaccia lunga, acida e praticamente impossibile da far tacere. La nitroglicerina è acqua frizzante, al confronto. E lo vedrete.
Però è simpatica e affascinante, e non solo per il suo aspetto, ma anche perché vivacizza qualunque pagina in cui si trovi: arriva lei e arriva il turbine di vita. Ma non facciamo in tempo a seguirla, perché ci si para davanti Eva Croce, in arrivo/fuga da Milano e da tutto quello che ha lasciato lì, tragedia personale compresa. Pallida quanto un cadavere (e la campionessa internazionale di tatto e diplomazia Mara glielo farà notare solo un paio di volte), dotata del senso della moda e dell’eleganza di un’adolescente punk, Eva nasconde un carattere d’acciaio dietro anfibi e assenza di manicure, oltre ad una voglia immensa di sparire e di non vivere. Ma è una poliziotta di grande caratura, sensibile e ricettiva, capace di guardare dove altri non vedono nulla.
La sezione neonata non è particolarmente prestigiosa, e tutte e due ci sono capitate per un motivo ben preciso, che sa tanto di punizione, anche se per ragioni diametralmente opposte. Le protagoniste sembrano rassegnate ad una storia fatta di telefonate burocratiche alle famiglie di vittime scomparse da tempo, ricerche poco fruttuose e senza così tanto scopo…
No, c’è un’altra storia che si fa sotto subito. E sono proprio due cold case, per dirla all’anglosassone: due ragazze uccise nel ’75 e nell’86, rimaste senza nome, ritrovate presso siti archeologici considerati sacri. Il modo in cui sono state posizionate e abbigliate, fa pensare ad una sorta di sacrificio rituale. Cominciano a scorrere i brividi lungo la schiena: sacrifici umani… ? A favore di chi? E perché? Sono alcuni degli interrogativi che scavano a fondo l’anima di Moreno Barrali, giovane investigatore all’epoca dei fatti, e che ora, ai giorni nostri, troviamo anziano, in pensione e in procinto di morire per un cancro molto aggressivo. Prima di scendere nella tomba, però, vuole dare un nome e una spiegazione a quei delitti, come ha tentato di fare per tutta una vita, attirandosi commenti, sussurri, maldicenze e sfottò da parte dei colleghi e superiori.
Con le due investigatrici “nuove”, però, e con la nuova sezione dei Delitti insoluti, chissà… potrebbe essere l’occasione attesa da una vita… e purtroppo l’invito arriva. Ricordatevi del nome Dolores Murgia.
Mentre Moreno raccoglie le sue ultime forze nel tentativo di dare una nuova svolta al suo progetto di una vita, cominciamo ad ascoltare i sussurri di un’altra storia, molto, molto più antica, e corale, che coinvolge l’intera isola della Sardegna. E’ lei che sussurra nei suoi paesaggi incantati, e nei silenzi non umani di alcuni suoi luoghi rimasti intonsi e mai calpestati dagli uomini, e attraverso i corpi di queste due ragazze.
E attraverso la storia di una famiglia in particolare, i Ladu. Forse, chiamarli famiglia è persino riduttivo. Sono un clan. Un gruppo chiuso, ermetico, di persone che condividono legami di parentela granitici, coltivati, esaltati e difesi quasi con morbosità. E al di sotto di questi legami, si percepisce la presenza di un altro vincolo, forte al punto da essere indistruttibile e inattaccabile, verso la Sardegna stessa. Non la regione fisica. Non i suoi paesaggi. Non solo, almeno. La sua essenza, la sua magia, il suo mistero immenso che si cela dietro una natura stupenda, e non si fa trovare da chi non è degno di comprenderlo, amarlo e rispettarlo. Prima di tutto, prima persino di se stessi. Come fanno i Ladu.
Vedete quante storie ha questa storia? Ognuna ha il suo sapore, il suo odore, il suo peso, il suo colore, il suo suono. Piergiorgio Pulixi ha preso tutto questo materiale prezioso, e ne ha creato una composizione omogenea, ricchissima. Ad ognuna ha dato il suo spazio, il suo peso, il suo tempo. E al lettore concede un tempo altrettanto prezioso, quello di assaporare e di immergersi in ciascuna, con la magia del suo stile. Più conciso da una parte, lirico ed esteso da un’altra, secco e crudele in altre ancora. Come ci riesce?
E’ la domanda che mi è sorta, al di sotto di tutto il turbine di pensieri ed emozioni sollevati quando ho chiuso il libro. Com’è riuscito l’autore a scrivere un romanzo complesso come questo senza ricorrere a libri plurimi, trilogie, tetralogie, e a farne qualcosa di così completo? E che, al tempo stesso, ne chiede ancora?
Un’opera di grande equilibrio, grande quanto un’isola, intensa come un’orchestra lanciata nell’esecuzione.
L’autore
Piergiorgio Pulixi
Nato a Cagliari nel 1982, ha compiuto gli studi classici e, dopo un periodo trascorso a Londra, vive a Milano. Fa parte del collettivo di scrittura Mama Sabot creato da Massimo Carlotto, di cui è allievo. Insieme allo stesso Carlotto e ai Sabot ha pubblicato diversi titoli a partire da Perdas de Fogu (edizioni E/O 2008), per poi proseguire con L’albero di microchip (Edizioni Ambiente 2009), Un amore sporco (nel trittico Donne a perdere, Edizioni E/O 2010) e Padre nostro (Rizzoli, 2014).
Nel 2009 inizia la saga poliziesca di Biagio Mazzeo con il noir Una brutta storia (2012) che proseguita con La notte delle pantere (2014) e Per sempre (2015). L’ultimo romanzo della quadrilogia è Prima di dirti addio (2016). La serie di Biagio Mazzeo è stata pubblicata da E/O e ha ricevuto diversi riconoscimenti. Del 2014 è il noir psicologico L’appuntamento (sempre per E/O), che viene salutato come «una piacevole conferma da parte di uno degli autori più interessanti in circolazione», anche per via della sfida narrativa dovuta al fatto di essere ambientato intorno a un tavolo di un ristorante e avere solo due personaggi. Il romanzo, tra l’altro, si aggiudica il Premio Prunola 2016. Nel 2015, sempre per i tipi di E/O, inizia la serie thriller I canti del male con il romanzo Il canto degli innocenti (Premio Franco Fedeli 2015 e Premio Grotte della Gurfa 2016) a cui segue, nel 2017, La scelta del buio. Protagonista di questa nuova serie è il commissario Vito Strega e nel progetto editoriale sono tredici i titoli previsti. Nel 2016 si è aggiudicato il Premio Serravalle Noir. Sempre nel 2016 scrive, con Massimo Carlotto, Lovers Hotel, la prima audioserie italiana diffusa sulla piattaforma Audible. Nel 2017 pubblica la sua prima antologia intitolata L’ira di Venere (CentoAutori Edizioni), una raccolta di racconti noir calati nella dimensione femminile per puntare il dito contro la piaga del femminicidio, un tema che Pulixi aveva già affrontato con il racconto Non sarà mai l’ultima pubblicato nell’antologia Nessuna più (2014), curata da Marilù Oliva per Elliot Edizioni. Nel 2018 pubblica per Rizzoli il thriller Lo stupore della notte, romanzo che sonda le paure di molti immaginando attacchi terroristici a Milano. Nel 2019, sempre per Rizzoli, pubblica il thriller L’isola delle anime, questa volta ambientato nella sua terra: la Sardegna, e il prequel di Lo stupore della notte, il thriller L’ultimo sguardo in esclusiva per Kobo. Piergiorgio Pulixi collabora con riviste e blog di settore come recensore; alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su il manifesto, Left, Micromega, Narcomafie, come anche in diverse antologie. È stato scelto per rappresentare l’Italia al Crime Writers Festival 2016 a Nuova Delhi in India e al Deal Noir Festival 2016 nel Kent, in Inghilterra.
È stato presidente, nonché uno dei fondatori, del Festival letterario Giallo al Centro di Rieti.
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