Riassunto

La ricerca di un comando che possa sollevare il velo. Ma non ce n'è mai solo uno, così come i pericoli che sorgono nel tentativo di farlo.

Il mistero e le sue vesti

Il segno del comandoFrequentando un evento del centro culturale di Babelica, ho avuto occasione di incontrare quasi tutti i membri del Gruppo di Lettura Libri dal Vivo che si riunisce lì, di cui fa parte anche una mia cara amica. E lì ho trovato ad aspettarmi questo libro, Il Segno del Comando. Quando ho sentito il titolo e guardato la copertina per la prima volta, ho pensato immediatamente al mondo militare. Pochi secondi dopo mi è ritornato alla memoria lo sceneggiato con Ugo Pagliai degli anni ’70, anche se non saprei dire perché me lo ricordo. Avevo due anni all’epoca… ma evidentemente qualcosa è rimasto nella memoria vicino al mio spazio personale.

La somma delle immagini evocate dal titolo, dal fantasma di quello sceneggiato e il nome di Loredana Lipperini hanno prodotto una forte curiosità. Ormai ero catturata, dovevo mettermi a leggerlo. Seguivo Loredana Lipperini anni fa, quando ancora non c’erano podcast ed erano i blog a dominare Internet, e poi, stupidamente, non ho continuato. C’è sempre occasione per rimediare e fare la cosa intelligente del caso, e la pubblicazione del suo ultimo libro è arrivata al momento giusto per farlo. Insieme alla scoperta che insegna letteratura fantastica alla Scuola Holden di Torino (ecco), ha scritto diversi libri gotici (uno dei miei aggettivi preferiti di sempre) e che ama i Fratelli Grimm (i miei miti letterari dall’università in avanti). Se non è amore, questo. Inoltre, ho avuto occasione di ascoltarla dal vivo durante la presentazione de Il Segno del Comando insieme a Mariano Tomatis presso Babelica a Torino, proprio il giorno di San Valentino e il mio entusiasmo è cresciuto.

Loredana Lipperini a BabelicaPoiché ultimamente ho notato che i libri che leggo si richiamano l’un con l’altro a distanza di poche settimane/pochi mesi, come bambini che suonano alla porta degli amichetti per invitarli a giocare in giardino, posso identificare abbastanza facilmente quello che ha lanciato il richiamo. È arrivato tramite il personaggio di Byron, che compare ne La mia creatura di Silena Santoni che ho letto per Thrillernord qualche mese fa.

 

Sinossi

Edward Forster, professore a Cambridge, ha dedicato una vita a studiare Byron. Per questo accetta con entusiasmo il duplice invito a recarsi in Italia per questioni legate al poeta. Il primo viene dal British Council, mentre il secondo è di un pittore di nome Tagliaferri. Non appena arriva a Roma, il professore si trova coinvolto in situazioni apparentemente inspiegabili, legate a una donna enigmatica di nome Lucia, e fa subito una stupefacente scoperta che riguarda proprio Tagliaferri… È soltanto l’inizio di un’avventura che assume tinte sempre più misteriose. Un romanzo liberamente tratto dallo sceneggiato “Il segno del comando”, una grande storia gotica italiana che nel 1971 conquistò milioni di telespettatori.

Che cosa mi ha lasciato il libro

Le prime parole della sinossi sono già un doppio richiamo per me.

Edward Forster era un autore che ho amato molto all’Università, ed è anche quello che mi ha messo maggiormente in difficoltà con il suo stile così ‘britannico’ e solenne. Passaggio in India mi ha procurato anche spunti per riflessioni scomode sulla religione e sui rapporti con gli altri. Mi sono domandata se mi fosse sfuggito il particolare che fosse dedito allo studio delle opere di Lord Byron, e che questo fosse il motivo per cui l’autrice avesse scelto il nome, ma la biografia di Forster identifica in altri i suoi idoli letterari. L’ho trovato, in ogni caso, un richiamo ai miei anni universitari che mi ha riportato altri ricordi piacevoli.

Il secondo richiamo è proprio Lord Byron, di cui ho parlato poco sopra.

Il segno del comando - BabelicaNe Il segno del comando, Byron è una specie di catalizzatore. È il motivo per cui Edward Forster, brillante accademico inglese, viene invitato in Italia a tenere una conferenza a Roma nell’ambito della settimana letteraria dedicata al poeta. Ha da poco effettuato una scoperta straordinaria: alcuni diari segreti di Byron ritenuti perduti, che contengono alcuni versi enigmatici che si riferiscono ad una piazza proprio di Roma.

È in città da un giorno e si trova già ad affrontare intoppi, misteri, avvenimenti assurdi e una lunga fila di personaggi, non tutti accoglienti e solari. Per iniziare, il pittore Tagliaferri che lo ha invitato, non si fa trovare. Addirittura, a Edward arriva la notizia che sia morto. Al suo posto trova Lucia, ragazza bellissima e misteriosa, che dice di essere una modella, e che ama parlare per enigmi. Come Byron è un catalizzatore letterario, Lucia è una catalizzatrice di misteri. Quando appare, il mondo reale diventa fumoso e sembra nascondersi sotto una rete pesante di simboli ricorrenti. Edward arriva a chiedersi se esista davvero, così come comincia a dubitare di sé stesso e della propria sanità mentale. Nemmeno la presenza di un’antica fiamma, l’ex-modella Olivia Cox, contribuisce a sollevargli il morale o a farlo sentire al sicuro.

Il professore, che era convinto di passare giornate leggere in una delle città più belle del mondo, svolgendo l’attività che lo appassionava da una vita, si trova invischiato in un’impresa piena di rischi. È una ricerca, iniziata molto, molto tempo prima di lui, e che coinvolge molte persone, in diversi stadi. È avvolta dal segreto, perché l’oggetto in palio è immensamente potente. È il segno del comando che contiene il titolo. Ed è pericolosa, proprio perché il potere contenuto in quell’oggetto consente di ribaltare gli equilibri universali; per questo motivo, alcuni dei partecipanti non si fanno alcuno scrupolo a uccidere chi si trova ad ostacolarli.

Edward non sa nulla di questo oggetto e nemmeno desidera saperne di più. Vorrebbe solo tornarsene in Inghilterra e continuare con la sua vita, ma il suo ruolo, deciso da altri per lui, è quello che regge le sorti della ricerca; perciò, è obbligato a dibattersi nella ragnatela che è diventata la sua vita romana, attendendo un epilogo inevitabile.

Finché… qualcosa cambia. E sarà proprio Edward a cogliere il filo del cambiamento e a tirarlo verso un’altra conclusione.

Il segno del comando - RAI Non ho cercato di ripercorrere o sintetizzare la trama qui, perché è piuttosto tortuosa. Io ho letto questo libro con attenzione e talvolta con fatica. Potevo sentire sulle mie spalle la stanchezza di Edward, che ha corso il rischio di non saper più distinguere tra finzione e realtà, e provare qualcosa del genere all’interno della lettura di un libro è piuttosto sorprendente. Non lo avvertivo dai tempi dei romanzi gotici inglesi del primo Ottocento. Molte volte mi sono sorpresa a ricordare le atmosfere cupe create da Matthew Gregory Lewis nel suo The Monk, soprattutto la tensione dell’attesa dell’esplosione dell’orrore.

Se amate i riferimenti letterari, questo romanzo ne trabocca. Non solo negli elementi narrativi, ma nei nomi di letterati, poeti, dell’antichità e contemporanei del libro (primi anni ’70). Se amate il gotico e i finali a sorpresa, questo libro fa per voi. Se per caso siete fan dello sceneggiato omonimo trasmesso dalla RAI nel maggio del 1971, potrete divertirvi a vederlo rivivere e cambiare, ricordando le parole dell’autrice nella nota finale:

“La storia che avete letto è simile e diversa, è fedele allo sceneggiato e insieme lo tradisce: è un romanzo gotico ed è un romanzo sugli anni Settanta, con ribelli e cospiratori, cultori dell’esoterismo vecchi e nuovi e veri e falsi, alchimisti e streghe (metaforiche e reali)”. Loredana Lipperini, Il segno del comando, RAI Libri, Roma 2024, pag. 345.

La nota finale è un piccolo tesoro di riferimenti bibliografici che consiglio di leggere e di utilizzare, se l’argomento rientra nei propri interessi e si desidera un approfondimento.

L’autrice

Loredana Lipperini (Roma, 1956) è una scrittrice, giornalista, conduttrice radiofonica. Ha scritto diversi romanzi e racconti gotici: L’arrivo di Saturno, Magia nera, La notte si avvicina, Nome non ha, La strada giusta. Insegna letteratura fantastica alla Scuola Holden di Torino.

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