Torinobeach – Torino e il suo mare
Questa è una di quelle uscite che si possono considerare quasi eterne. Pubblicato a maggio 2020, da Spunto Edizioni, è uno di quei libri che ti sembra di aver sempre avuto vicino, e che puoi rileggere diverse volte, trovando sempre qualcosa di diverso, un colore in più, un suono o un’immagine che non avevi notato.
SINOSSI
Torino sarebbe una città più felice se avesse il mare.Moreno lo sarebbe se riuscisse a costruire uno stabilimento balneare sulle rive del Po. Viola se potesse aprire una scuola di danza tutta sua. Ace se avesse un’agenzia di comunicazione funebre e una band di successo. Ma quando i loro desideri si avverano, i tre si accorgono che non sempre realizzare i propri sogni significa ottenere la felicità: l’amicizia che li lega pare incrinarsi per sempre e strani fatti li coinvolgono in una Torino sempre più misteriosa e surreale.
Valeria Pomba
Torinobeach
Spunto Edizioni – www.spunto.info
268 pagine
Il mio dialogo con il libro
È uno di quei libri magici, che ti aprono gli occhi sulla tua realtà, quella che ti sta davanti tutti i giorni, e che sembra immutabile, senza nemmeno una virgola diversa, tanto da diventare anche un po’ noiosa. Quando leggi Torinobeach, il tuo rapporto con il tuo ambiente e chi ne fa parte, cambia: cresce, si allarga, si allunga e va a toccare dimensioni che non credevi che esistessero al di fuori di libri e film.
È quello che ho sperimentato io, nel mio rapporto con Torino. Sono nata in questa città, ne ho visitate altre, ho passato un breve periodo all’estero, mi sono trasferita da un’altra parte con il matrimonio, ma Torino è il posto che ho sempre preso di riferimento. Se dovessi individuare una radice, per quanto piccola, nella mia vita attuale, indicherei il centro di questa città, l’Augusta Taurinorum della Porta Palatina e del toro rampante delle sue fontanelle (che non credo siano sopravvissute alla modernizzazione) e del pavimento dell’estesa ed elegante piazza San Carlo.
Come ogni punto di riferimento, alla fine diventa un po’ scontato. Un po’ sbiadito, magari banale e qualche volta non all’altezza, di fronte a città più blasonate e più famose, come Roma, Firenze, Venezia, Milano, Napoli, Siena.
È arrivato questo libro per ridimensionare le cose e svecchiare la polvere del dare per scontato. La storia affascinante di un progetto totalmente originale (con alcune sorprendenti radici storiche) mi ha messo davanti un elemento che non avevo mai considerato, ma che fa parte della città da sempre e che ne costituisce il tessuto magico: il Po, il suo fiume.
Insomma, è anche abbastanza difficile da ignorare… è piuttosto ampio, almeno per gli standard italiani, e in centro i locali che sono sorti sulle sue rive sono sempre stati piuttosto chiacchierati. Il parco che si estende lungo il fiume è frequentato, rigoglioso, curato e offre angoli suggestivi.
Ma quando lo hai sotto agli occhi sempre, e magari scatta il paragone con altri fiumi e altre città, tendi a minimizzare, dare per scontato.
E poi leggi una storia divertente, originale, ben scritta, elaborata e multilivello, e le tue prospettive cambiano di colpo. Moderi una presentazione sulle rive del suddetto Po dato per scontato, parlando di Torinobeach insieme alla sua autrice Valeria Pomba, ascoltando le canzoni del libro riprodotte dal vivo con la chitarra, e ti accorgi che l’intera città e il suo fiume partecipano e contribuiscono a creare un’atmosfera piacevole e di casa.
Questo mondo nuovo si apre perché uno dei tre personaggi principali della storia, il giovane genio e architetto Moreno, si fa cogliere da un’ispirazione totalmente folle e si adopera per metterla in pratica: uno stabilimento balneare sulle rive del Po a Torino. Mare e Torino sono due parole che di solito non si accompagnano. Sono anche disassate, nella realtà: il mare inizia molto più a sud della città, e lambisce le coste della Liguria, per cui abbiamo anche oltrepassato i confini della regione di cui Torino è capoluogo.
Qui però sono legatissime, le due parole: Moreno, che conosciamo subito nelle prime pagine del libro, è un cittadino che torna a vivere, respirare e parlare solo quando va al mare in vacanza, sin dai suoi primi anni di vita. In città è in apnea, un bambino medusa spiaggiato in un acquario, in attesa di ritornare nel suo ambiente madre. E il mare è anche il luogo dove il giovane genio incontra i suoi amici storici di vita, Viola, bimba vivace, intelligente e decisa, dagli occhi indaco e capelli color Nesquik, e Ace, al secolo Sebastiano Costantino (o Costantino Sebastiano? Risolviamo il dubbio con Ace e basta.): un’amicizia nata con paletta e secchiello, che tira dritto inalterata negli anni.
Almeno fino agli anni 2000, quando Moreno vince una corposa somma di denaro (duecentomila Euro) azzeccando le dieci domande fulminee del suo quiz digitale preferito, il Megaquiz, e sceglie di condividerla con i suoi amici di sempre. Sono tutti e tre giovani di belle speranze, come si diceva qualche tempo fa. Moreno è un brillante architetto disoccupato, Ace è un imprenditore creatore di idee a getto continuo, ma senza realizzazione pratica (ancora), e Viola è un’appassionata ballerina dotata con il sogno di una scuola di danza tutta sua.
E ora sono arrivati i soldi per realizzare quei sogni. Letteralmente dal cielo. (O dall’acqua, visto che c’è un fiume coinvolto… ?)
Tra tutti gli edifici e le costruzioni possibili da realizzare, perché Moreno sceglie di creare uno stabilimento balneare sul Po? Perché poco prima di vincere il primo premio del quiz, era letteralmente inciampato in un bando di gara del comune di Torino, che metteva in palio un lotto sulle rive del fiume, per destinarlo a scopi ricreativi.
Più ricreativo e originale di uno stabilimento balneare nella città più industriale del Nord Italia, che cosa potrebbe esserci mai?
Il bando c’è. I soldi ci sono. L’aggiudicazione del lotto arriva puntuale. Moreno si butta nella realizzazione del sogno, che prende forma pratica in tutta la sua bellezza: Torinobeach, riscuotendo un enorme successo in città e oltre.
E gli altri due? Che cos’hanno fatto con la parte della vincita donata così generosamente?
Ace ha tenuto fede al suo personaggio di imprenditore folle e forse troppo avanti sui tempi, creando un’agenzia di comunicazione funebre. Funerali, sì, ma ricordando il caro estinto con le sue passioni e le sue particolarità, come se fosse una celebrazione della sua vita appena passata, e non solo un momento di dolore e raccoglimento.
Viola, dopo diversi tentennamenti, ha aperto la sua scuola di danza.
Meraviglioso! Allora siamo arrivati al finale, all’happy ending: il fato benigno ha sorriso a tre giovani di buona volontà, ha donato loro i soldi necessari per realizzare i loro sogni, e ce l’hanno fatto.
Eh, no. Siamo lontani dal finale. Direi, anzi, che le cose cominciano adesso.
Cominciano anche a deteriorarsi, accartocciarsi, complicarsi. Pare che il successo degli agognati progetti di vita inizi a corrodere il rapporto paletta e secchiello dei tre. Emerge un mondo letteralmente sommerso, fatto di non detto, non dimenticato, mai discusso, accuratamente rimosso. Nella vita di Moreno e di Viola, di riflesso, c’è una tragedia di cui nessuno parla, ma dotata di una presenza talmente gigantesca e ingombrante, da far sembrare un elefante poco più di un barboncino.
Forse è il mare sempre presente, forse è il successo che magari fa montare la testa, forse ci sono lati nascosti e rancori non dissolti che alla fine non possono più rimanere compressi in un barattolo troppo piccolo per tenerli, forse… tanto altro che leggerete, e che incrina la paletta e trabocca dal secchiello.
Ritorneranno le cose come prima? Sembra impossibile. Forse possono essere diverse, più che ritornare come prima. Il finale è volutamente aperto, una porta su altre strade, altri spazi da esplorare.
È difficile ripetere la stessa magia, ma sicuramente si ripresenta e si manifesta di nuovo, se teniamo la porta aperta e non la sbarriamo con le conclusioni e con la parola Fine.
E se non ci fosse mai, una parola Fine, nonostante le apparenze?
Qualche piccolo precedente storico:
Il primo stabilimento balneare pubblico sul Po risale al 1860. Si trattava di un edificio galleggiante posto sulla riva sinistra del fiume poco a monte del ponte di piazza Vittorio. Si pagavano sessanta centesimi per l’ingresso che comprendevano anche la fornitura di calzoni e biancheria per il bagno. Nel 1892 la struttura venne distrutta da una grossa piena. Intervenne quindi il Comune che ne costruì un altro in prossimità del Ponte Isabella, sempre sulla sponda sinistra. Inizialmente era destinato ad un pubblico unicamente maschile, ma presto la richiesta delle donne di poter godere di un bagno simile fece sì che nel 1896 il Comune delimitò una parte riservata alle donne e divisa da uno steccato.
Torinobeach, in qualche modo, esisteva già nell’aria. In città c’era stato un precedente, un paio di secoli prima. Se volete scoprire altro, leggete l’articolo completo L’allegria regna (regnava) in questo angolo di terra, visitando il sito Il Giornale del Po.
L’autrice
Valeria Pomba è nata e vive a Torino, dove ha studiato Scienze della Comunicazione e danza. Scrive per la comunicazione aziendale e per il teatro. Vincitrice del Premio Narrativa Città di Rivoli (1999) del Play Arezzo Award (2007 e 2008) e finalista del Sunday Poets La Stampa (2017), ha pubblicato vari racconti. Nel 2014 è uscito il suo primo romanzo, La vita di mezzo. Vincitrice del concorso Iniziamo da qui! Uno spunto per 15 storie con il racconto Nebbia e bignè.
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